Il Castello medievale di Soave a Verona è una struttura militare del X secolo che sorge sul Monte Tenda. I primi possidenti del maniero furono i conti Sanbonifacio seguiti poi da altre famiglie feudali. Divenne di grande rilevanza grazie alla dinastia Della Scala che lo ristrutturarono con mura merlate nel 1369. Dopo secoli di lotte cruente per detenere il suo controllo, nel 1830 fu acquisito dall’avv. Cristani Antonio per poi essere rinnovato e conservato dal nipote Giulio Camuzzoni (sindaco di Verona dal 1867 al 1883) e dai discendenti, riportandolo così al suo stato attuale
Come arrivare al Castello
La fortezza si raggiunge con l’Autostrada A4 – dir. Venezia, uscita Soave. Ci sono due entrate percorribili di cui una a piedi attraverso il centro storico di Soave, prendendo Via Roma fino a P.zza Antenna per poi accedere a una scalinata o con l’auto sul lato nord dove si affaccia il Ponte Levatoio. Il paese è attrezzato e munito di parcheggi gratuiti. Prendete in considerazione la prima opzione per poter visitare anche la cittadina molto pittoresca e scoprire gli incantevoli giardini comunali (aperti solo nel weekend)
Orari e prezzi
L’entrata è di 7€ e sarete accolti dal custode che vi darà tutte le indicazioni principali. Orario invernale 9-12 e 14-16, estivo 9-12 e 15-18.30 per eventuali info visitate il sito ufficiale
Il Borgo è un paesaggio incantevole e suggestivo con le sue mura merlate e torri ghibelline, bagnato dal fiume Tramigna, ora fossato. Un luogo caratteristico dove sarete catapultati nel passato
Prima di entrare ammirate la maestosa Torre del Ponte levatoio, esterna al Castello, con la statua di S. Giorgio protettore
Dopo una breve salita, entrando dal grande portone si affaccia uno dei tre cortili dove si intravedono i resti di una chiesetta romanica: il popolo si nascondeva qui in caso di attacco
Il secondo cortile è chiamato della Madonna per la presenza di un affresco del 1321 che la ritrae intenta a difendere i suoi fedeli. Questa vasta area di quasi 3000 mq era utilizzata dai soldati come alloggiamenti
Per accedere nella terza area si sale una scaletta in ferro, sulla sinistra vi è posto un altro dipinto che raffigura lo stemma dei scaligeri con uno o più guerrieri del pittore Cicogna
In centro, una vera da pozzo che conserva ancora l’usura delle corde e la casa antica detta del Capitano
Prima di salire, dirigetevi al piano inferiore, nella Sala del corpo di Guardia dove sono conservate armature e punte usate dai combattenti scaligeri
Raggiungendo la scala dell’abitazione osservate le varie sculture fra cui quella di un cane che raffigura Cangrande della Scala e il suo blasone. Arrivati in cima noterete le gigantesche chiavi che aprono le porte del Castello
Entrando vi accoglierà la stanza “La Caminata” che prende il nome dal magnifico camino che riscaldava tutta casa. A destra si accede alla camera da letto con il regale letto a baldacchino , il soffitto a cassettoni e la raffigurazione del Crocefisso con la Madonna e S.Giovanni. Nella stanza opposta sono appesi cinque quadri importanti di Cangrande della Scala, Mastino I, Dante Alighieri, la moglie di Mastino II Taddea da Carrara e uno dei suoi figli, Cansignorio. Altro particolare degno di nota è la maglia in ferro che portavano sotto l’armatura. Purtroppo è assolutamente vietato fotografare
La porticina che vedrete accanto allo studiolo conduce ai camminamenti di ronda e al Mastio, probabilmente punto di tortura e prigione per il ritrovamento di svariate ossa. Gli ospiti sgraditi, infatti, venivano gettati da un boccaporto
Nel passaggio, sarete rapiti dalla vista a 360° di tutta la città: un panorama unico e spettacolare allietati dai dolci vigneti del pregiato vino
A tal proposito, vi posso suggerire la degustazione del “Soave” nel fantastico palazzo storico del 1375 da Enoteca Il Drago in P.zza Antenna dove propongono anche specialità veronesi
Il Castello di Soave ha il retroscena di una bellissima storia d’amore: la figlia Lucia di Cansignorio Della Scala si struggeva e affliggeva per il valoroso condottiero, Cortesia Serego, acerrimo nemico del padre. Di fronte alla grande sofferenza della ragazza, però, il Signore di Verona, lo perdonò, dando così il suo benestare per poi farli convolare a nozze.