Vittoriale-D'Annunzio
Italia, Viaggi

Il Vittoriale degli Italiani: casa del poeta Gabriele D’Annunzio

Il Vittoriale degli italiani sono la casa-museo di Gabriele d’Annunzio dove sono conservati oggetti importanti, libri rari, ricordi, momenti della sua straordinaria vita inclusi l’Anfiteatro, la Nave Puglia, il Mas 96, il Mausoleo, il museo “l’Automobile è femmina”, D. Segreto e il parco. L’incantevole residenza, detta Prioria, apparteneva fino al 1918 al tedesco Henrich Thode che visse con la moglie Daniela Von Bulov, nipote di Franz Liszt, il famoso pianista. A causa della guerra furono obbligati a fuggire e a venderla al Poeta. Ristrutturata dall’architetto Maroni, il Vate ci abitò dal 1921 al 1938 dove trascorse gli ultimi suoi anni lontano dai rumori della guerra.  Si affaccia sul Lago di Garda a Gardone Riviera (BS) e gode di una vista ineguagliabile. A tal proposito, un suo verso cita:

Tutto è azzurro come un ebbrezza improvvisa , come un capo che si rovescia per ricevere un bacio profondo. Il Lago è di una bellezza indicibile

Prezzi Vittoriale

Il percorso con visita alla Prioria e del parco è di € 16, ridotto € 13 mentre i giardini sono di 10€, ridotto 8€.  All’interno della casa non è possibile fotografare e le immagini inserite appartengono alla Fondazione e da altri crediti. Info Vittoriale degli Italiani

Prioria-D'Annunzio

Vittoriale degli Italiani: descrizione casa

La visita guidata dura 40 minuti circa e si percorrono tutte le sue stanze a cui diede nomi particolari. L’ingresso, stretto e cupo è composto da sette scalini dove al centro si trovano dei melograni che rappresentano Fecondità e Abbondanza, per poi suddividersi in un due sale d’attesa: quella di sinistra per gli ospiti graditi e quella di destra per gli scocciatori. La visita inizia nella parte destra:

Entrata-D'Annunzio

STANZA SMASCHERAIO (sala d’attesa)

Era  una biblioteca di  argomento musicale. Presiedono un grammofono e un apparecchio radiofonico. Si narra che quando Mussolini, di cui i rapporti non erano sempre idilliaci, venne a trovarlo nel 1925 D’ Annunzio lo fece attendere per parecchio tempo, e gli dedicò la seguente scritta:

Teco porti lo specchio di Narciso. E’ piombato vetro, o mascheraio. Aggiusta le tue maschere al tuo viso ma pensa che sei vetro contro acciaio

Stanza-Mascheraio

STANZA DELLA MUSICA

E’ tappezzata da enormi tende adattate per l’acustica. Risiedono due pianoforti dove qui, Baccara Luisa, sua compagna e pianista, suonava per lui. In questa sala regnava un’atmosfera magica. E’ presente anche un grande Buddha che ci fa capire come il Poeta tentasse di armonizzare tutte le fedi. La stanza risulta molto scura voluta da lui stesso  a causa dell’ incidente aereo del 16 gennaio 1916 in cui perse l’occhio destro

STANZA MAPPAMONDO (Stanza biblioteca)

E’ presente un enorme mappamondo ed esposti ci sono 33.000 volumi di cui 6000 in lingua tedesca lasciate dal professore Thode. Si può ammirare un galeone veneziano  che utilizzò come lampadario e un calco di gesso di Michelangelo che considerava quasi un fratello

STANZA ZAMBRACCA (zona notte)

Intesa come donna da camera. Spesso cenava qui e da solo. Sono presenti un armadietto da muro dove venivano conservate moltissime medicine infatti il poeta era ipocondriaco ed è proprio qui che morì per emorragia celebrale all’età di 74 anni

STANZA DELLA LEDA (camera del poeta)

Il letto presente era molto piccolo infatti la sua altezza era di circa 1,58 cm anche se il suo documento d’identità riportava 1,64 cm. La stanza era piena di oggetti circa 10.000 fra maioliche azzurre e una statua che aveva coperto perché secondo lui, l’autore non aveva rispettato le proporzioni. Sul soffitto ci sono delle scritte di Dante Alighieri.

VERANDA dell’APOLLINO

Nella stanza si trova il simbolo del melograno. Sono presenti due foto importanti: la mamma del D’Annunzio e di Duset Eleonora, diva e amante

BAGNO BLU e RITIRATA

I sanitari sono blu e sono presenti  circa 800 oggetti.  Troneggia un enorme vasca dello stesso colore. Sul soffitto troverete scritto: “Ottima è l’acqua” di Pindaro. Nell’ altra stanzetta, la bellissima vetrata di alcioni è di Pietro Chiesa

STANZA DEL LEBBROSO (toccato da Dio)

Nonostante abbracciasse varie religioni, in età avanzata si avvicinò a S.Francesco.  Sopra il letto si trova il volto di D’Annunzio lebbroso (toccato da Dio perciò sacro) abbracciato al fedele di cui era molto devoto. Le pareti hanno lo stesso colore della veste del frate.  Il poeta veniva spesso qui soprattutto nei suoi momenti melanconici. Infatti fu una delle stanza che voleva utilizzare per la sua veglia. Nel soffitto sono disegnate cinque donne che ebbe in visione: Santa Caterina da Siena, Giuditta di Polonia, Elisabetta d’Ungheria, Odilla d’Alsazia e Sibilla di Fiandra che lo esortavano a rinunciare ai piaceri della vita

CORRIDOIO VIA CRUCIS

Nelle pareti del corridoio sono raffigurati quadri in rame smaltato della Passione di Cristo

CORTILE SCHIAVONI e PORTICO DEL PARENTE

Il corridoio è affacciato al cortile che assomiglia  alla casa di Pescara dove è nato. Nel portico intratteneva amici e colti ospiti

STANZA DELLE RELIQUIE (altare del rischio)

In questa stanza ci sono reperti della guerra e di Fiume (Rijeka in croato) tra cui un gonfalone rosso (una grande bandiera) appeso al  soffitto della Reggenza del Carnaro,  che aveva fondato e governato per 15 mesi per poi essere cacciato.  E’ presente anche un volante del motoscafo di uno dei suoi amici, deceduto nel tentativo di fare un record di velocità, incalzato da D’Annunzio. Quel volante rappresenta “la religione del rischio” cioè l’azzardare dell’uomo a predominare sulle leggi della natura. Vige una scritta: “Cinque le dita- Cinque le peccata” (i peccati capitali) lui escludeva l’avarizia e lussuria perché non gli appartenevano e si riteneva una persona generosa

Stanza-reliquie

STANZETTA TELEFONO

Era uno dei pochi a possedere il telefono. Il  suo era il n. 104

BAGNO DELLE MAIORETTE

Era la toilette per i visitatori

STANZA DEL GIGLIO

Sono presenti 3000 libri di storia e letteratura e uno strumento chiamato Armonium, un organo a tastiera  composto da due pedali

Da qui troviamo l’ingresso di sinistra:

ORATORIO DALMATA (stanza ospiti graditi)

Sul soffitto c’è una mega pala dell’idrovolante Savoia 16ter dove D’Annunzio con l’aviatore Francesco De Pineto,  compì nel 1925, un volo di 55.000KM partendo dal Lago Maggiore

STANZA SCRITTOIO DEL MONCO (stanza della corrispondenza)

Prima di entrare vedrete appesa una mano rossa monca con la scritta “Tagliata riposi” che voleva significare che D’Annunzio non aveva sempre desiderio di rispondere alle tante lettere che riceveva, soprattutto dai creditori. Nel soffitto troverete ancora disegni di mani

OFFICINA (luogo di lavoro)

Si entra attraverso una porta piccola con l’obbligo di abbassarsi per varcarla: secondo il poeta era per omaggiare l’Arte che da qui partoriva. Nella stanza è presente la statua di Eleonara Duset coperta in modo che lui non si distraesse dalla sua bellezza

STANZA DELLA KHELYS

(in greco significa tartaruga)

Regalata dalla Marchesa Casati, la chiamò Carolina, che purtroppo morì per ingordigia di tuberose. Fu posizionata sul tavolo da cucina per far capire agli ospiti di prestare attenzione quando si mangia.  La sala da pranzo è apparecchiata con piatti e bicchieri in argento. Questa era l’unica stanza colorata con luce, da lui definita la “meno triste”

STANZA SCHIFAMONDO

Questa mega stanza sarebbe stata una delle sale della nuova casa che non riuscì a terminare. Fu, comunque, allestita per la sua veglia pubblica. Sono presenti dei calchi di Michelangelo. Nelle stanzette superiori ci sono reperti utilizzati nelle sue imprese. Accanto si accede all’Auditorium dove in alto è riposto l’aereo SVA 10 (Savoia-Verduzio-Ansaldo)  utilizzato nel 1918 sul Volo di Vienna per lanciare biglietti che annunciavano la fine della guerra

Gabriele D’Annunzio donò il Vittoriale per non essere dimenticato da nessuno e per rimanere nel cuore degli Italiani:

Io ho quel che ho donato

Tomba-D'Annunzio
Tomba del poeta

A pochi passi dal Casa del Poeta potete anche visitare i fantastici Giardini di Andrè Heller un connubio di natura e arte

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