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Italia

Castello di Arco in Trentino: un romantico dipinto

Il Castello di Arco in Trentino svetta su un imponente sperone roccioso circondato dal Monte Brione, dominando l’alto Garda. Prende il nome da Arx che significa fortezza e la sua costruzione fu intorno all’anno mille dai nobili liberi. Nel 1196 Federico d’Arco lo dichiarò un bene per la comunità della Pieve di Arco. La sua posizione lo rende di una bellezza unica e romantica tanto da ispirare importanti artisti come Rainer Rilke, Vasco Pratolini che vi soggiornò per cure mediche. Nel suo Diario Sentimentale lo citò:

Tra il viale e l’abitato, la campagna e la strada ferrata: sul dietro, una balza, risalita la quale, un sentiero conduceva in vetta alla montagna, a un antico castello diroccato….tangibile in questa luce, la presenza del Lago, il Garda, al di là della campagna e dell’abitato, lontano, dove si perdeva il fischio del treno

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Dipinto di Albrecht Durer nel 1495

Il Castello era un borgo fortificato che custodiva una grande quantità di armi fra cui moschetti e artiglieria composta da falconetti e serpentine per difendersi da eventuali attacchi di nemici. Era anche una reggia signorile di 120 stanze che includeva un’ampia biblioteca, una sala per il gioco della palla, eleganti giardini e la cappella di S. Maria Maddalena dove venivano celebrati i battesimi del casato d’Arco.

Il Maniero è raggiungibile dal centro storico in circa venti minuti per poi attraversare la spettacolare Olivaia con dislivello di circa 120 m. Per arrivare al punto più alto ovvero alla Torre Renghera si percorre altri quaranta minuti tutto in salita ma piacevole. Attrezzatevi di scarpe comode! L’entrata è di € 3.50, ridotto 2€ con orari da aprile a settembre 10-19 e da ottobre a marzo 10-16. Per info www.comune.arco.tn.it

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Prima di arrivare ai portoni che accedono alla Rocca, fra agavi, ginestre e ulivi incontrerete Il Belvedere della Costa un balcone in vetro che affacciati regala la percezione di essere pendenti nel vuoto. E’ stata strutturata per dare la possibilità di ammirare il bellissimo panorama della città e l’imponenza della Chiesa Collegiata di S. Maria Assunta del seicento. Nel 21 marzo 1897 il poeta Rainer Rilke scriveva:

Sai a cosa pensavo in notti e notti d’ansia disteso sul mio letto?Al mattino eran pallide le gote, riarsi gli occhi da tanto desiderio: a una valle così, d’aure odorose, vi scorre l’acqua, con passo suo lieve dalle chiare colline, ecco affiorare paesi che esalano quiete, castelli solitari

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Belvedere
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Vista della cittadina di Arco

L’escursione si può suddividere in diversi punti di interesse:

La Prigione del Sasso è stata scavata in un anfratto roccioso buio ed angusto custodito da due portoni. Al recluso veniva fatto passare il cibo attraverso un piccola fessura. Qui fu imprigionato Galeazzo D’Arco, fratello di Francesco D’Arco

Prigione del Sasso

Nel Sentiero delle Torri si ammirano tutte le maggiori costruzioni fra cui la Torre GrandeTorre della Stua che ospita la Stanza degli Affreschi dove sono raccolti pregevoli dipinti che raffigurano la vita a corte e attività ricreative come il gioco a scacchi

Torre Grande
Affreschi

Molto importanti, in caso di assalto al Castello, sono le cisterne in cotto dove si immetteva l’acqua piovana. Una di queste è visibile sul percorso verso la Torre Grande, l’altra all’interno di una fenditura

Continuando, si estende Il Rivellino una cinta muraria che era difesa originaria che proteggeva il Castello dal lato Ovest da eventuali attacchi

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Rivellino

Attraversando il basso Sarca, maestosa, si innalza la Torre della Renghera  una delle più antiche, nominata così per l’installazione della Renga, un’antica campana che suonava per raccogliere il popolo in caso di emergenza. I scalini sono insidiosi ma la vista della natura vi ripagherà

Torre Renghera
Paesaggio Torre Renghera

Scendendo vi addentrerete nel meraviglioso bosco di Lecci dove i Conti D’Arco praticavano l’arte della falconeria molto usato fra i nobili. In quel tempo i rapaci venivano utilizzati come regalo per rafforzare amicizie e legami importanti

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Bosco di Leggi

E tutto in discesa, ecco la Torre Laghel e la Torre di Guardia che erano fortificazioni strategiche dove  le sentinelle vigilavano il passaggio. Purtroppo nell’agosto del 1703, a capo del Generale Vendome, il Castello fu assediato dai francesi impiegando sedici battaglioni di fanteria e quindici cannoni. Dopo un’eroica e coraggiosa opposizione ai bombardamenti, le truppe di Arco si dovettero arrendere. La Rocca fu portata alla rovina e devastazione proprio come la vediamo oggi

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Torre Laghel

Emilio Vambianchi nel 1873:

…E’ uno spettacolo che solleva l’animo e lo ricrea di una pace tranquilla e sereno e lascia un desiderio di rimanere più a lungo, di contemplare ancora queste case, queste ville questi campi listati dalla cultura questi colli illuminati, se il giorno è sereno, da questo cielo che anche d’inverno ricorda i tepori primaverili delle piogge meridionali…

 

Se visitate il Castello nel periodo natalizio vi consiglio i pittoreschi Mercatini di Natale di Arco

 

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